Palermo Umana

Studio sull’identità di una città / IDENTITY OF A CITY

Palermo è nei volti dei palermitani. Volti carichi di secoli di storia e di culture differenti; volti nei quali si vede l’abitudine che la città ha alla sofferenza e alla sopportazione, segnata com’è dalle innumerevoli conquiste e dominazioni subìte: dai fenici agli arabi, dagli spagnoli ai Borbone, la città è sempre appartenuta a qualcun altro. Attraverso i volti dei palermitani si leggono le grandi contraddizioni di questa terra: l’orgogliosa indolenza con cui si vive nel precario equilibrio del degrado urbano e sociale; la predisposizione all’integrazione e alla convivenza, e di contro, la mancanza di senso di appartenenza a una qualsiasi forma di organizzazione sociale e disciplina. Nei vicoli, nelle periferie, all’interno delle piccole botteghe, i volti raccontano la lenta operosità di chi campa con antichi mestieri, resistendo all’estinzione; si colgono gli sguardi pagani alle feste religiose; e ancora il sottile compiacimento per tutto ciò che è incompiuto, irrisolto; o la innata capacità di riutilizzare gli spazi in modo da adattarli e trasformarli, per aprirsi agli altri nonostante tutto, per condividere la vita, come accade nei mercati, cuore pulsante di Palermo, sempre disordinata e irrequieta, ma ospitale ed accogliente come in un abbraccio collettivo. Sotto la maschera cinica e ironica, si nasconde l’aspetto più intimo: la città è profondamente malinconica e disincantata, e la sua anima è fissata senza tempo ai volti dei palermitani.

Palermo umana è un progetto fotografico a lungo termine iniziato nel 2017, con il quale desidero raccontare Palermo, oltre la bellezza delle sue pietre e del suo mare. Cerco l’anima della città, in profondità e senza distrazioni, esplorandone il lato umano, unico e senza tempo né luogo, descrivendola attraverso i palermitani e i loro volti, in un rapporto di identità biunivoco e indissolubile.

 

Palermo is in the faces of its inhabitants. Faces full of centuries of history and different cultures; faces in which we see the habit that the city has to suffering and endurance, marked as it is by the countless conquests and dominations suffered: from the Phoenicians to the Arabs, from the Spanish to the Borbone, the city has always belonged to someone else. Through the faces of the people of Palermo you can read the great contradictions of this land: the proud indolence with which you live in the precarious balance of urban and social degradation; the predisposition to integration and coexistence, and conversely, the lack of sense of belonging to any form of social organization and discipline. In the alleys, in the suburbs, inside the small shops, the faces tell the slow industriousness of those who live with ancient crafts, resisting extinction; pagan glances are caught at religious holidays, and again the subtle satisfaction for all that is unfinished, unsolved; or the innate ability to reuse spaces in order to adapt and transform them, to open up to others in spite of everything, to share life, as happens in the markets, the beating heart of Palermo, always chaotic and restless, but hospitable and welcoming as in a collective hug. Beneath the cynical and ironic mask, the most intimate aspect is hidden: the city is deeply melancholic and disenchanted, and its soul is timelessly impressed in the faces of the Palermitans.

Palermo umana (Human Palermo) is a long-term photographic project started in 2017, with which I want to tell about Palermo beyond the beauty of its stones and its sea. I search the soul of the city, in depth and without distractions, exploring its human side, unique and timeless, describing it through its inhabitants (Palermitani) and their faces, in a two-way relationship and indissoluble identity.

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